Il traguardo raggiunto di Sir Marathon : le prime cinquecento !
Quando abbiamo ricevuto l’articolo ci siamo chiesti se andava pubblicato. Ebbene, abbiamo deciso di sì perchè non è solo la storia di un grande atleta, ma soprattutto uno spaccato genuino e diretto del mondo della corsa e della PASSION che lo anima. Una lettura utile, specialmente per chi si sta avvicinando al mondo della corsa.
Di Fausto “sir Marathon” Dellapiana.
2 ottobre 1977, “Maratona della Valle Seriana”: l’inizio; 29 marzo 2009, “Maratona di Treviso”: la fine; in mezzo, altre 498 maratone.
Totale: 500 maratone. Cinquecento “mie” maratone, perchè per me tutte le maratone corse hanno lo stesso valore, in quanto l’impegno con cui vi ho preso parte è stato sempre lo stesso.
(Nota: per una pura casualità il tempo atmosferico è stato identico: tutte e due le maratone, la prima e l’ultima, sono state corse sotto l’acqua!)
Subito un paio di annotazioni: ho (forse) raggiunto un traguardo prestigioso; non per questo sono”super”, sono solo stato fortunato; in secondo luogo vorrei dire che la “crocetta” per la maratona corsa domenica ha lo stesso valore della “crocetta” messa dall’amico piemontese, alla sua prima maratona, con cui ho corso alcuni chilometri. Leggendo queste righe forse capirà quale era il mio “importante traguardo” da raggiungere.
In questi decenni ho corso con molti atleti, dapprima semplici compagni di gara; successivamente la conoscenza si è trasformata in amicizia, perchè credo che niente come la fatica renda uniti e solidali.
Amicizie che coprono l’intero territorio nazionale.
Ecco il Bresciano, decano dei maratoneti che distribuisce foto come dei santini; è un signore nonostante non abbia una lira. Il Torinese, che goloso di ciliegie per prendere le più mature è caduto dall’albero, ed è stato costretto a stare lontano dalle gare, non dagli amici, perchè era facile incontrarlo sul percorso. Il Foggiano, a cui mi unisce la lunga capigliatura, solo che la sua è un po’ più bianca. Il Romano, che ha un sogno incompiuto nel cassetto: terminare la Sparthatlon, e sono sicuro che potrà coronare il suo sogno. Il Bolognese, che più che correre le maratone le cammina: vederlo alla partenza per me è una sicurezza: la sicurezza che in caso di bisogno saprà “portarmi” all’arrivo. Il Romagnolo, che ha solo in mente uno strumento: la tromba. Il Fiorentino di adozione, che corre con un’andatura inconfondibile e che corre quasi una gara al giorno. Il Veneto, che con la maratona ha trovato anche l’amore.
Potrei continuare, ma non voglio annoiarvi più del dovuto.
Questi amici sono stati compagni di viaggio in molte maratone e durante le gare abbiamo avuto modo di parlare. Discorsi che hanno seguito i nostri anni, la nostra vita.
Si e passati da discorsi allegri di freschi sposi, di novelli padri, a discorsi più tristi che riguardavano la malattia dei nostri genitori ed in molti casi la loro scomparsa. I prossimi riguarderanno i nostri nipoti … eh sì, ammettiamolo, sono… siamo diventati vecchi. Vecchi anagraficamente, non certo nello spirito.
In questi anni di frequentazione delle gare ho anche conosciuto dei campioni, campioni veri.
Il Bergamasco, fresco campione regionale di maratona, nonostante la sua non più giovane età. Il Romano, che è passato dalla maratona alla Cento chilometri, con ottimi risultati: è diventato campione del mondo. L’Abruzzese, che di campionati del mondo dei Cento chilometri ne ha vinti due. L’avvocato di Trento, che corre la maratona per allenarsi a distanze più lunghe. L’infermiera Bergamasca, mia ex compagna di società, che dopo aver vinto molto nell’ultramaratona, vuol fare bene in maratona.
Questi campioni non hanno mai fatto pesare, nei rapporti personali, il loro valore. Sempre disponibili per una foto o per scambiare una battuta.
Un doveroso ricordo anche ad amici che mi hanno preceduto nella… fine. Certo non ci sono più fisicamente, ma molte volte mi capita di ricordarli e questo, soprattutto nei momenti di “crisi”, durante una maratona. Potrà sembrare strano, ma in questi momenti il loro ricordo mi aiuta.
Da ultimo vorrei ringraziare la persona che mi è stata più vicina in questi anni.
La persona che mi ha aiutato nei momenti più difficili, mi ha seguito nel mio girovagare, che ha sempre avuto una buona parola… insomma che mi ha “sopportato” e “supportato”.
Grazie, Rossana!